Venerdì 9 ottobre, strada provinciale nella periferia sud di Rovereto, ore 20:48
La Focus verde carica di palloni e guidata da uno stravolto coach si stava dirigendo verso Rovereto. Le luci sono quelle fioche di inizio autunno, c’è silenzio all’interno dell’abitacolo, dove solo la musica bassa dell’autoradio fa da sottofondo al viaggio e il buon Daniel sul sedile del passeggero decide di rompere quel melanconico silenzio con: “Sai coach, sono un po’ preoccupato per domenica …”
“Perché Tabelao, quali sono i tuoi timori?”
“Bè, sai, la prima partita con Verona sarà difficile, e poi io ho un po’ di paura per il debutto mio e della squadra …”
“Vedi Tabelao, da qualche parte deve iniziare la stagione; i tuoi timori li accetto, vuol dire che ci tieni a questa squadra. Ma nessuno vi ha chiesto di fare un debutto eccellente. La richiesta mia in particolare è di provare a mettere in campo quelle due o tre cose nuove che abbiamo provato nei scorsi allenamenti. Fatto questo qualunque cosa succeda non ti deve preoccupare.”
“Si, ma anche il momento della partita, non so se devo cominciare a concentrarmi già da ora o prenderla più tranquillamente … ho paura di arrivare con troppa tensione addosso.”
“Oddio Tabelao, non stiamo mica parlando della coppa del mondo. Ma comunque apprezzo che tu ci tenga così tanto da avere il pensiero già ora. Un consiglio che ti posso dare non è di lasciare perdere completamente, piuttosto immaginati l’inizio della partita fino a stasera prima di addormentarti, la palla a due, il primo intercetto sulle tue mani, magari il tuo passaggio che mette in contropiede Giorgio … e da domattina – sabato – stacca, cancella tutto fino al momento di quando scenderai in campo per il riscaldamento. Anzi sai che ti dico? Anticipiamolo! Vieni in auto con me quella mattina?”
“Sì, credo di sì …”
“Allora fatti trovare in piazza Podestà alle 7:20, che andiamo giù per quell’ora…”.
“Ma non giochiamo alle 9:30.. non ti sembra un po’ presto?”
“Non ti preoccupare”
“Ok”
Domenica 11 ottobre, Avio palestra scuole medie De Gasperi, ore 7:50
Arriviamo in auto, io e Daniel, lui ancora col segno del cuscino sulla guancia destra. Gli ho appena raccontato del mio sogno allucinogeno in cui sogno un Alberto Speziali dodicenne che non mi riconosce finché non lo chiamo “Spaziali” e lo lancio per aria … e lui mi risponde “Tilutz ma se tu!”. Allora Daniel ride ed inizia a scendere dall’auto. La palestra sta per essere aperta, don Fracchetti è già intento ad appiccicare manifesti e transennare il piazzale. Ci vede scendere con le nostre rispettive borse ed avvicinarci verso di lui.
“Bravi, siete venuti per darmi una mano?”
“Macché – rispondo io – Tabelao può portare dentro del materiale che ho in auto, io intanto vado a farmi una corsetta …”
“Ma dopo aver portato dentro le scatole cosa devo fare?” mi chiede Daniel , cui gli occhi mi fissano con orrore al pensiero che possa coinvolgerlo nel jogging mattutino.
“Direi che ti cambi, prendi un pallone e ti metti a palleggiare e tirare nella tua palestra, finché non arrivano i tuoi compagni …”
“Ok”
Quindi mi accomiato da Daniel e da Alberto ed inizio il mio giro.
Al ritorno è passata meno di mezz’ora, entro in palestra e prima di dirigermi in spogliatoio per la doccia, con la coda dell’occhio vedo Daniel che sta tirando a canestro, alternando tiri da 3-4 metri a terzi tempi dai due lati del campo. Il tempo di fare la doccia ed asciugarmi che sia il resto della squadra che i nostri avversari veronesi sono arrivati. Li vedo solo di sfuggita, perché assieme ai miei ragazzi finiamo di metterci le divise in spogliatoio e dire le due paroline canoniche sull’incontro.
Stiamo quindi per iniziare il riscaldamento. Nei primi gesti e nelle prime corse vedo tutta la concentrazione e determinazione che ho richiesto loro. Mentre le note di sottofondo degli AC/DC caricano l’aria di adrenalina, i movimenti diventano più fluidi e la squadra adegua il ritmo della corsa al martellare della batteria.
Escono quindi gli avversari. Mamma che atleti … mediamente tutti alti qualche bel centimetro più dei nostri, qualcuno anche più definito muscolarmente. Si dispongono nell’altra metà campo ed iniziano il loro giro di preparazione. Li guardo solo io dal fondo della palestra, mentre tengo sott’occhio la nostra squadra, insieme ad miei due luogotenenti, alla mia destra il vice coach Proch e alla sinistra il diesse Speziali. Vediamo gli avversari muoversi bene, benissimo e questo ci mette addosso quella sana tensione pre-partita. Ci guardiamo negli occhi un secondo e senza dire nulla mettiamo lo sguardo sui nostri giocatori, che quella tensione non la fanno vedere, ma solo la forte volontà di mettere la palla nel cesto, alla massima velocità e precisione, seppur in riscaldamento.
L’arbitro fischia i 3 minuti. Don Fracchetti presenta le squadre. Poi siamo tutti in panchina. Facciamo la nostra preghierina, poi il nostro urlo, incitati dal buon Alex.
“In campo Scheggia, Petola, Spazzola, Kg e Tabelao.. buona partita”
Intanto che si dispongono assieme ai veronesi intorno al cerchio di metà campo ripenso alle parole che ho detto venerdì a Daniel “… immaginati l’inizio della partita fino a stasera prima di addormentarti, la palla a due, il primo intercetto sulle tue mani, magari il tuo passaggio che mette in contropiede Giorgio …”
Inizia l’incontro. Salta Luca, riceviamo noi, un paio di passaggi e terzo tempo di Teo. Errore e rimbalzo loro. Azione dell’altra parte.
Intercetto sulle mani di Daniel, e poi il suo passaggio che mette in contropiede Giorgio.
I primi due punti dell’incontro. La squadra è concentrata e compatta. L’inizio è buono e nei primi minuti ho già potuto vedere messo in pratica quanto provato ad allenamento. Se continua così vittoria o sconfitta va bene uguale … del resto è solo l’inizio.
Un grazie a tutti per questo bello e significante week end sportivo.
Il racconto che ho messo in piedi ha un 70% di verità, un 20% di invenzione e un ulteriore 10% di poesia sportiva. Spero mi perdoniate quel 20% di invenzione perché sopra tutto ci sta il 100% di cuore che questa squadra sta mettendo in campo ogni giorno.