Ebbene, avevo promesso un mio piccolo intervento sulle pagine del sito dell’ape per ricordare gli avvenimenti salienti nonché qualche aneddoto per deliziare le vostre letture estive; ed ecco che tale minaccia si è tramutata in realtà. Stavolta lo stile narrativo è diverso, anche perché mi sono ispirato alla pagina di sintesi della Gazzetta dello Sport sui fatti più importanti dei campionati mondiali appena conclusi; a dimostrazione che il sottoscritto le mattine non fingeva di leggere le pagine della “rosa” con la scusa di sonnecchiare (come qualche under 14 – alto 1.78 dai piedi lunghi e dalla loquacità da poco sviluppata – malignava), bensì si “informava” e prendeva spunto per futuri interventi.
A come Apecheronzo basket camp, che appare scontato ma dovuto. Ma anche come Apecheronza basket Avio, ovvero il vulcanico direttivo, che ci ha regalato anno dopo anno sempre nuovi eventi e possibilità per i nostri obbiettivi sportivi, non ultimo appunto questa meravigliosa settimana per vivere insieme e respirare non solo la pallacanestro, ma amicizia, solidarietà, fatica, gioia e quant’altro di positivo ci possa venire in mente.
B come Bortolotti. In arte maestro Stefano, colui che ci ha accompagnato con la sua chitarra nelle nostre serate stonate, e che oltre alle lauree che ha già gli si dovrebbe assegnare quelle di giocologia e simpatologia, per lo spirito che ha saputo creare nell’intero gruppo, coinvolgendo dal più giovane atleta al più grande, passando per i coach invitati e lo staff dell’agriturismo. Forse un solo grazie non basta, ma la menzione nella seconda lettera dell’alfabeto è un obbligo.
C come Ciaghi. Perché il buon coach Massimo è solo un caso dovuto all’alfabeto che sia nominato solo ora, visto che il padre dell’idea, la prima persona che ci ha messo l’anima e che ormai da anni è la spinta di tutto il nostro movimento, parte da lui. Quindi in attesa di un encomio governativo (a mo’ di Regina Elisabetta II che nomina “sir” John Lennon), noi tutti ci premureremo per anteporre un paio di “A” davanti al suo nome nelle rubriche dei nostri telefonini, cosicché almeno in quell’ordine non sia secondo a nessuno.
D come Delaini Alberto. Il ciuffo ribelle del gruppo, colui che pur guardando con più ardore il bancone dei gelati invece della palestra, ha saputo dare il massimo sui campi. Ma D sta anche a Daicampi Arianna, la giovane JBR’s che si è beccata una settimana di pranzi e cena al tavolo dei coach senza batter ciglio, e riuscendo ad inserirsi nell’intero gruppo Ape a meraviglia.
E come Enrico Deimichei. Il nostro “energumeno” preferito, menzione d’onore per il pessimo rapporto col cellulare ma grande feeling con il letto in camerata, tramutato all’occorrenza in rampa di lancio o mega-skatebord.
F come i fratelli Derossi. Un duo all’apparenza simile ma due lati diversi a loro modo adorabili. Tommy, il grande e saggio, umile lavoratore sul parquet e chioccia per i più piccoli della camerata. Sempre pronto ad un sorriso e a svolgere un compito. Jek invece, il piccolo turbine scatenato, energia strabordante in perenne movimento, altro sorriso a 48 denti e foga agonistica degni di Micheal ( “air” mi raccomando!!!!) Jordan. La leggenda narra che in cima allo Stivo cercasse di salire ancora più in alto oltre la croce…
G come Grigolato Francesco. L’uomo che è stato capace di indossare ben 55 capi di vestiario l’uno sopra l’altro nella gara serale proposta dai Gendarmi, arrivando ad una temperatura corporea pari a quella di una supernova, senza batter ciglio. Ma G ci ricorda anche Goy Alessandro: pessimo rapporto con la verdura biologica ma un cecchino infallibile vincitore dopo una battaglia paurosa alla gara del shoot station. E un ringraziamento personale per aver corretto in un battibaleno tutte le somme dei punteggi dei vari tornei.
H come l’Hotel. Anzi no, non era un hotel, ma un agriturismo. Ma no, era un ostello della gioventù. Macché, era talmente tante cose per noi, con un’accoglienza senza pari ed uno staff incredibile (oltre ad una cucina che ci ha fato leccare i baffi ogni giorno) che siamo alla lettera H, ma ci piacerebbe poter portare tutto ciò alla “C”, quella che ci permetterebbe di chiamare l’agriturismo Le Piazze “casa”.
I come Ilaria Pausini. Pardom, volevo dire Ilaria Battisti, ma ho ancora in testa la performance canora in cui è stata accompagnata nella canzone della Pausini da un ottimo chitarrista che per motivi di privacy non è possibile fare menzione. I complimenti vanno anche però al costante impegno seppur con un ginocchio malandato che non le ha permesso di dare il meglio di sé, soprattutto nella gara del 1 vs 1 che la vedeva sicura vincitrice.
J come Jessica. La ragazza dai mille quesiti e dai mille piatti di pastasciutta ingurgitati durante la settimana. Ma anche una sorprendente atleta nei test di rapidità, una simpatia genuina ogni sera e un riferimento fisso nel gruppo delle femminucce.
Kg, che non sono né le iniziali di Kevin Garnett, ospite invitato ma non di parola e nemmeno i Kilogrammi di ortaggi locali ingurgitati; bensì il nostro mitico Giorgio Kaldor, l’unico vero volontario per le mie corsette mattutine, tradito solo dal mio ginocchio malandato, sennò sarebbe andato ogni giorno sul Biaena prima di colazione; nonché vincitore meritato della gara di 1vs 1 ma soprattutto un ottimo collaboratore e possiamo dire anche amico dello staff tecnico.
La lettera L non poteva che essere a sua completa disposizione. Un po’ per la tenacia fisica nonostante le due dita stritolate; un po’ perche il più giovane del gruppo – classe 2001!!! – ; un po’ per averci commossi tutti cantando “La guerra di Piero” di De Andrè; un po’ per aver marcato a tempo pieno sul campo e fuori il giovane Dalbo; un po’ anche per aver dato filo da torcere a tutti in ogni torneo (coefficienti o no) e portarsi a casa il premio del “fulmine”. Ma soprattutto per come è, con il suo spirito ed il suo modo di essere semplicemente Lollo.
M come Monte Stivo. Ci hai fatto sputare l’anima, ma quanto bello è stato salirti. Ti parlo direttamente perché ti vedo dalla mia casa e sei stato uno di noi, avendoci abbracciato nelle tue pendici chiamate Val di Gresta.
N come Nicholas. Un altro “piccolo”solo all’anagrafe. Oltre ai miglioramenti costanti, una presenza di spirito di gruppo incredibile, col coraggio di essere lì inizialmente senza conoscenze, ma finendo la settimana con 15 amici veri.
O come orto. L’orto biologico del Trentino, come è conosciuto nel mondo del turistico, altro non è che lo splendido paese di Ronzo Chienis, con la sua comunità che ci ha accolto e messo a disposizione quanto di meglio poteva offrirci.
P come piangere. Probabilmente ci sarebbero stati tanti motivi diversi per far scendere qualche lacrimuccia, basti pensare alle dita di Lollo a stretto contatto col furg…. pulmino; oppure a qualcuno per la prima esperienza fuori casa, e la fisiologica mancanza dei genitori; un’altra causa potevano essere la sofferenza nell’ascesa allo Stivo, le vesciche e il sole cocente; o semplicemente la fatica di ogni giorno e i piccoli dolorini dopo ogni sfida. Ma mai, mai ho visto un pianto di qualche componente del camp, nemmeno nei momenti più difficili!
Q come quantocisiamodivertiti!!!!! Perché onestamente la dichiaro come una delle esperienze pseudo cestistiche più belle e divertenti della mia vita; e al di là dell’ottimo riscontro avuto dai questionari (un’altra Q!) che vi abbiamo chiesto di compilare, credo che le belle facce alla fine del camp valgano più di ogni parola scritta o pronunciata.
R come ragù di verdure. Già detto tra le righe ma mai sottolineato con decisione, una menzione d’onore va ai cuochi, che oltre alle porzioni degne di Pantagruel, ci hanno offerto dei piatti di livello qualitativo molto alto, ed io in particolare ho perso la testa per una pastasciutta con un ragù di verdure che era la fine del mondo, apprezzato poi – dopo i primi scetticismi – da molti ragazzi.
S come super Sara Matassoni. Un’altra JBR’s che è entrata in punta di piedi nel mondo Ape, e che ha avuto nella modestia la sua forza. La nostra Sara ha tirato fuori un’energia nascosta sia con le serate di intrattenimento sia sui campi da allenamento, dove – “testa china e pedalare” – ha avuto un costante miglioramento, fino a guadagnarsi il plauso come “atleta più migliorata”. E da non dimenticare il tiro vittoria nella sfida del 3 vs 3!
T come Tonolli Marco. Meglio conosciuto come il “Moretto” per via della capigliatura corvina e il muso il più delle volte corrucciato. Ma le volte – e sono state parecchie – che sorride, è un raggio di sole in mezzo al gruppo. E forse quell’atteggiamento scuro in volto gli serve per concentrarsi al melgio sui campi. Del resto se ci fosse stata una top five dei più migliorati sarebbe di diritto entrato in classifica, come dimostra il fatto che è stato finalista di ogni torneo. Continua così!
U come unici. Sembra facile dire “essere una gran gruppo”, ma io sono convinto che una grande compagine lo è se sa essere compatta nel lavoro e nel divertimento pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità e ragionando prima con la propria testa. Per questo è bello dire che siete stati grandi insieme, ma che siete fantastici uno per uno perché unici!
V come Vespa. Non è l’inizio di uno scontro entomologico tra api e vespe, bensì una menzione ad uno dei “camper’s”. Un giocatore di cui è facile complimentarsi per le doti atletiche e tecniche, a cui auguro il più roseo percorso cestistico. Ma stavolta mi complimento con lui per la persona che è diventato, a suo agio in ogni situazione, brillante e di compagnia come pochi. Purtroppo – scherzo 😉 – anche troppo loquace di qui a 6 mesi. Il nostro Luca è stato tante cose durante la settimana, un amico, un dimostratore sul campo, un atleta, un compagno di stanza più grande da prendere ad esempio, o addirittura anche un ascensore umano all’occorrenza. Ora, che è in ferie da basket e scuola gli auguro solo di passare un’estate spensierata sulla sua Vespa e sperare che – al contrario della canzone di maestro Stefano – non lo lasci a piedi.
Z. Z come Zorza Leonardo, ultimo ma non ultimo col nick name della settimana “Tachipiriña”. L’ascesa al monte Stivo avrebbe potuto compromettergli il proseguo della settimana, per via della scaldata fotonica subita con annessa febbre, discesa nella casa in valle e ritorno in tempo record all’ABC. Ma lui trangugiando tachipirina come fosse caffelatte, è tornato un leone pronto alla battaglia, a dimostrazione che le nostre piccola api non mollano mai!