Nel settembre del 2006 ebbi la fortuna di entrare a far parte del mondo Apecheronza. Allenavo una squadra di ragazzi nella palestra di Ala, e di lì a pochi mesi abbiamo iniziato il nostro minicampionato.
Quindi, nel gennaio 2007, alle prime partite aquilotti, oltre al folto gruppo di genitori sugli spalti, si accompagnava a loro un bambino di poco meno di 6 anni che seguiva il fratello più grande. Questo ragazzino, che tra un periodo e l’altro sfruttava il canestro libero dalle squadre per tirare a canestro, era un giovanissimo Lollo Proch: classe 2001, che qualche stagione dopo sono riuscito ad allenare. Insieme a lui quindi anche quel furetto di Dennis Fontanari, il coriaceo Simone Eccheli, la funambolica Noemi Deimichei. E poi, anche se ora non frequentano più l’ambiente basket, i vari Karan Singh Preet, Valentino Debiasi, Nicholas Deimichei, Sebastiano Deimichei, Edoardo Simonetti, Andrea Moschini. Qualche anno dopo, mettendo insieme una squadra femminile, altre classe 2001 sono orbitate nel nostro mondo, tra queste Sara Leonardi, Elena Bruni, Angela Bazzanella, Giulia Nave e Silvia Galli. Infine, l’anno successivo, a rimpinguare la squadra futura campione under 16, si sono inseriti anche Gabriele Morellato, Mattia Seber, Matteo Galli, Octavian Negrea, Luca Signorati e Gianfranco Botta. Da oltre 14 anni mi sento molto legato a quest’annata, sia con i primi perché visti crescere sin da piccoli, che per gli altri inseriti in un percorso sportivo di cui ancora oggi siamo fieri.
Ora, tutti questi ragazzi affrontano una prova, non sportiva, ma importantissima nel loro percorso di vita. Quella maturità scolastica che per certi versi spaventa ma che fa da spartiacque tra l’adolescenza e l’inizio delle scelte personali che condizioneranno il futuro. Vero, non saranno i primi e nemmeno gli ultimi ad affrontarla. Ma la maturità di quest’anno è figlia di eventi straordinari: quel lock down necessario a combattere un virus che ha messo in ginocchio un paese, se non un intero pianeta. Questi ragazzi hanno dovuto preparare questo evento così importante con delle condizioni particolari, dalle video lezioni all’autonomia di studio con l’aiuto dei genitori, senza il confronto a quattrocchi con quegli amici di scuola o di palestra che aiutano a spalleggiarsi e a sdrammatizzare le difficoltà. Il tutto condito non sono dall’incertezza di come verrà svolto quest’esame finale, ma dalla titubanza di come sta andando e di come andrà il mondo nel breve futuro.
Scelte di studio e lavorative sicuramente difficili da prendere in tempi normali, immaginiamoci ora. Di qui il nostro augurio più grande, un “dai forza” come durante il finale di una partita importante, la finale esordienti, la coppa triveneto, la partita femminile all’Arsenale di Venezia. Perché se i nostri ragazzi hanno affrontato a viso aperto quei momenti, sono sicuro che sapranno “giocarsela” bene anche in questo frangente, e nel futuro che li aspetta.
Coach Tilotta e staff Apecheronza